Nel primo ventennio unitario il divario strutturale tra Nord e Sud non si era particolarmente aggravato perché l’agricoltura del Sud aveva visto progredire la sua produzione dal punto di vista quantitativo, qualitativo e degli scambi internazionali. Il brigantaggio, infine, è un fenomeno endemico delle province meridionali, in particolar modo quelle montuose, dove è attestato senza significative soluzioni di continuità fin dai secoli dell’Alto medioevo. Con l’espressione “questione Meridionale” si indica il grave problema di politica interna italiana, determinato dallo squilibrio economico, civile, sociale, culturale, occupazionale, etico tra il nord e il sud della penisola, nata durante il Risorgimento. VI-170. 2017, pp. Finanziamenti agevolati e facilitazioni fiscali dovevano poi servire a diffondere l'installazione di piccole e medie industrie meridionali.L'ultima fase, aperta negli anni '70, all'insegna dei progetti speciali, per il riassetto delle maggiori aree urbane in via di disfacimento, si chiude nella totale inadempienza. Siamo fieri di condividere tutti i contenuti di questo sito, eccetto dove diversamente specificato, sotto licenza, Videolezione "Le cause della Prima Guerra Mondiale". Alcune zone della penisola, però, hanno ereditato negli anni una sorta di circolo vizioso innescato tempo addietro ed evidenziato al momento dell’unificazione: il Mezzogiorno italiano. Il dibattito sulla questione meridionale coinvolse in una comune battaglia politica economisti e sociologi, segnando la nascita di un movimento che, attraverso una serie di inchieste, coinvolse l’opinione pubblica lanciando un allarme contro l’indifferenza delle regioni centro-settentrionali d’Italia e … Per la prima volta il governo italiano decideva di intervenire con un progetto, complessivo di legislazione speciale, nell'area meridionale. Interi villaggi, come Pontelandolfo e Casalduni nel 1861, sono interamente distrutti e gran parte dei loro abitanti giustiziati senza processo: molti ufficiali italiani, oltretutto, non fanno nulla per nascondere il loro odio verso le plebi meridionali e si rendono protagonisti di politiche assolutamente comparabili a quelle degli eserciti europei impegnati, negli stessi anni, nelle guerre di conquista del continente africano. Ciò che in seguito fu definito questione meridionale era il disastroso divario tra il Nord e il Sud che emerse al momento dell’ unificazione d’Italia e dal quale scaturì un vero e … È trascorso ormai più di un secolo e mezzo dall’unificazione d’Italia e molte sono state le trasformazioni avvenute nel nostro Paese. Tale rigetto si manifestò fra il 1861 e il 1865 con il fenomeno del brigantaggio. Storia della pedagogia e delle istituzioni educative per la prima infanzia (25265) Anno Accademico. La svolta del 1887 aveva ridotto, a suo giudizio, il Mezzogiorno ad una sorta di Mercato coloniale, al quale veniva aggravata o addirittura impedita sia la possibilità di vendere sul mercato internazionale i prodotti della sua agricoltura intensiva che di acquistare dall’estero manufatti industriali a minor costo. Da notare, che il divario tra le regioni della penisola era presente anche prima del 1860. Uno dei libri che rispecchia di più la situazione nata dopo l’unificazione d’Italia è “I Malavoglia”. Due equivalenze – la prima, tra storia del Mezzogiorno e questione meridionale; la seconda, tra questione meridionale e meridionalismo – sono profondamente radicate nella nostra cultura, fanno parte inte- Dopo l’unità d’Italia vi fu un rigetto nei confronti del governo da parte della povera gente del meridione. Il Sud e il suo specchio. È bene inoltre precisare che, nonostante una certa pubblicistica abbia voluto rappresentare le truppe italiane come “piemontesi” e “occupanti”, la maggior parte dei caduti del regio esercito sono in realtà meridionali: ex soldati borbonici passati automaticamente sotto le nuove bandiere o neo-sudditi arruolatisi nella guardia civica. La società meridionale è un grande blocco agrario costituito da tre strati sociali: la grande massa contadina, gli intellettuali della piccola e media borghesia rurale ed infine i grandi proprietari terrieri e i grandi intellettuali. Queste misure draconiane 3, evidentemente contrarie non solo allo Statuto Albertino ma alla stessa natura “liberale” con cui il Regno di Sardegna si era proposto come realizzatore dell’ideale risorgimentale, riescono tuttavia a debellare in circa cinque anni il brigantaggio, complice anche la fine dei finanziamenti provenienti dalla corte borbonica e l’accettazione, da parte di tutte le potenze europee, del nuovo Stato italiano. Lo Stato borbonico, infatti, non mise in atto nessuna opera pubblica (canali, bonifiche, ecc.) QUESTIONE MERIDIONALE Oggi abbiamo come oggetto di discussione un argomento di grande (nonché costante) attualità, ovvero la Questione Meridionale. Così il Mezzogiorno presenta il quadro inedito di una campagna ormai spopolata dei suoi antichi abitanti e di città sempre più congestionate e invivibili, percosse da masse giovanili escluse da un fisiologico ingresso nei vari rami del mercato del lavoro. La coltivazione estensiva del grano e l’allevamento specialmente bovino erano diffusi sulle pianure, spesso ancora malariche, dove si andava estendendo l’azienda capitalistica, definita dalla presenza di una forza lavoro salariata, piuttosto che dalla ridotta quota di capitale investita nel miglioramento delle colture. La scarsa propensione ad investire capitali nella terra si rovesciava nel mero ricavo della rendita dai terreni. Lo strato medio degli intellettuali riceve dai contadini le impulsioni per la sua attività politica e ideologica. Storia (QUESTIONE MERIDIONALE E AGRICOLTURA; GIOLITTI) L’Italia dopo aver raggiunto l’unità nel 1861, si trovava di fronte a problemi spesso drammatici, frutto di una generale arretratezza economica e di gravi ritardi nello sviluppo civile. Il componimento, già dal primo capitolo, riflette la “Questione meridionale”, cioè l’attenzione posta ai problemi delle La questione meridionale è, dunque, uno dei tanti aspetti della questione nazionale; fra questi ce ne sono due cui Gramsci darà speciale risalto e sui quali porrà un’uguale attenzione nella stesura delle note carcerarie: il Risorgimento e, appunto, gli intellettuali. Il Mezzogiorno non è mai stato un'unica realtà compatta, né un secolo fa, né tantomeno lo è oggi. la questione meridionale L’unità audiovisiva, che ha per oggetto il legame tra il fenomeno del brigantaggio e la questione meridionale, si apre con una testimonianza di Carlo Levi. Ma questi risultati rimasero limitati per la permanenza di rapporti agrari e sociali arretrati. Brigantaggio e questione meridionale: riassunto. Al momento dell’unificazione la questione meridionale andò aggravandosi. Gli scioperi agrari del 1901-1902, del 1907-1908, del 1912-1913 rappresentano l’espressione più elevata del malessere delle masse contadine del Sud. L'emigrazione meridionale venne però utilizzata a sostegno del meccanismo economico nazionale e della produzione capitalistica. Espressione della profonda crisi della società meridionale, acuita sul piano politico dal crollo del regime borbonico ed esasperata da una delle ricorrenti crisi economiche che, per la scarsità del raccolto, inaspriva ulteriormente il carovita, la pur violenta rivolta dei contadini meridionali si configurava come un esteso movimento di massa alimentato dalla profonda solidarietà della popolazione rurale. La Questione Meridionale I problemi del neo-costituito Regno d’Italia di Alba Giordano . Questione meridionale: le cause della situazione di arretratezza economica-sociale del Sud Italia nel periodo postunitario e le politiche di sviluppo Il claudicante impianto industriale che il Regno delle Due Sicilie aveva visto nascere dopo il 1840 è spazzato via in poco tempo dopo l’unificazione: da un lato esso era prevalentemente sviluppato su capitali stranieri, ed i finanziatori esteri ritirano il proprio supporto una volta venute meno le regole protezionistiche sancite da Ferdinando II, dall’altro le manifatture napoletane (fino ad allora favorite da queste leggi) non possono reggere la concorrenza dei prodotti settentrionali ed esteri, da cui non sono minimamente difese in nome del credo puramente liberista dei governanti italiani del periodo. Ad aggravare la posizione di questa classe aveva largamente contribuito l’abolizione dei diritti feudali (gli usi civici di semina, di pascolo, di legnatico). Il Mezzogiorno esce dalla guerra colpito: nella miseria e nella fame delle campagne dove si accendono focolai di rivolta; nei bombardamenti sulle città che fra l'altro distruggono il 60% della più avanzata industria campana con ingentissimi danni monetari. Quali vicende hanno segnato l’evolversi della questione meridionale? ISBN: 9788868436575. Dopo la presa di Gaeta e la fuga a Roma dei re di Napoli, “l’insorgenza” e la guerra per bande diventano l’unica arma del legittimismo per tentare di riprendere il regno perduto. Agli scioperi urbani per l'inflazione ed il carovita si accompagnarono, nel dopoguerra, fenomeni di occupazione delle terre.Per il Mezzogiorno agricolo gli anni ‘30 sono particolarmente duri perché si sommano gli effetti della crisi mondiale, il continuo incremento demografico, la caduta dei prezzi agricoli e l'aggravamento dei contratti. Università. Antonio de Viti de Marco fu, invece, uno fra i più tenaci avversari della politica protezionista. I problemi di carattere politico-sociale, sfociarono dopo l’unificazione nel brigantaggio che, in forma di guerriglia, sconvolse le province meridionali per un lungo quinquennio. Leggi gli appunti su questione-meridionale qui. Gravi conseguenze sulla struttura demografica delle province meridionali derivarono da questa partenza in massa dei giovani. Questa serie di problemi portarono a delineare una corrente culturale e politica che prenderà il nome di Meridionalismo. Le forze italiane, d’altro canto, a causa del peggiorare delle condizioni di vita delle masse agrarie si trovano a fronteggiare la guerriglia di bande sempre più numerose, ben armate (grazie ai finanziamenti che giungono dai Borbone e dall’Internazionale legittimista) e con una conoscenza del territorio molto superiore. Chiunque sia preso con le armi in pugno, per qualsiasi ragione, è fucilato sul posto senza processo. Questo modo d’agire tenuto dalla classe borghese veniva appoggiato dai Borboni, anch’essi restii nell’investimento e nell’innovazione perché timorosi delle migliorie apportate dalla tecnologia. Parleremo, quindi, della storia della questione meridionale, perché è Tra i sostenitori del protezionismo troviamo Colajanni. La questione meridionale e la costruzione dello Stato nazionale democratico Di Luigi Masella Venerdì 15 Luglio 2011 13:35 Stampa. Il divario verrà accentuato nel decennio 1877-1887 a fronte della crisi agraria, conseguenza dell’avvenuta unificazione del mercato mondiale resa possibile dalla discesa dei costi di trasporto per lo sviluppo delle comunicazioni ferroviarie e della navigazione a vapore. Con questione meridionale si designa il complesso problema dell'arretratezza economica, politica e sociale delle regioni italiane a Sud del Tronto e del Garigliano corrispondenti, grosso modo, all'antico regno borbonico di Napoli. Non si trattava di un problema locale e settoriale risolvibile con interventi parziali, ma di questione nazionale che andava affrontata con un mutamento complessivo della direzione politica ed economica dello Stato italiano.Una seconda fase della politica di intervento straordinario nel Mezzogiorno si aprì quindi con la legge del 1957 sulle aree ed i nuclei di industrializzazione e con l'obbligo verso le imprese a partecipazione statale, di collocare nel Mezzogiorno il 60% dei nuovi impianti. La pianura padana era caratterizzata da terre impiegate seguendo il metodo capitalistico ma anche con delle colture intensive ed un livello di vita molto alto, che influenzava anche l’area circostante elevandone il livello di sviluppo civile. Lo svuotamento progressivo delle campagne e delle zone interne provoca il rigonfiamento delle città. Saggine, n. 292. Le “Lettere Meridionali” inviate nel marzo del 1875 da Pasquale Villari al giornale moderato “L’Opinione” segnano la nascita del Meridionalismo Liberale: l’inizio della riflessione critica sulle condizioni del Mezzogiorno all’interno dello Stato italiano. Storia: la questione meridionale fino al periodo fascista. Particolarmente grave quindi, nel '45, appariva la condizione delle regioni meridionali per le crescenti difficoltà economiche, per l'aumento della disoccupazione e dei prezzi, per il diffondersi di spinte reazionarie e di tumulti ribellistici. € 20,00. LA QUESTIONE MERIDIONALE. Temporaneamente non disponibile Temporaneamente non disponibile Temporaneamente non … D’altro canto, tuttavia, è scorretto anche l’approccio di coloro che, riprendendo il punto di vista del conservatorismo cattolico e del legittimismo filoborbonico, descrivono i briganti come “partigiani della nazione napoletana” - come se questa si identificasse interamente con la causa borbonica - sottacendone gli aspetti di criminalità comune. Grandi vittime del protezionismo furono le colture di esportazione e soprattutto la viticoltura, che si era diffusa nelle Puglie specialmente durante gli anni della crisi agraria. ... Buon riassunto per le ripetizioni di fine anno. L’unificazione politica fu un compito relativamente breve e facile se confrontato con i Anche per il premier Matteo Renzi tale parola evoca un certo fastidio: una sorta di cubo di Rubik irrisolvibile che è meglio riporre nel cassetto. Le modificazioni più consistenti si sono realizzate sul piano dei comportamenti socio-culturali, grazie alla diffusione crescente dell'istruzione e delle comunicazioni di massa. Da questione agraria il Mezzogiorno si è trasformato il questione essenzialmente urbana. Un’essenziale analisi su tale questione – destinata a rimanere predominante nella storia del nostro paese – era stata consegnata precedentemente da Gramsci a un importante saggio intitolato appunto: La questione meridionale cui si era dedicato immediatamente prima del suo arresto nel 1926 a cause delle leggi speciali del fascismo. Italia - Questione meridionale Appunto di storia moderna per le superiori sulla cosiddetta "questione meridionale": squilibri tra Nord e Sud. 17 LUOGHI E IDENTITÀ Storia del Mezzogiorno, questione meridionale, meridionalismo di Salvatore Lupo 1. Nel 1946 nasceva la SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell'Industria del Mezzogiorno). Home > Catalogo > La questione meridionale in breve Guido Pescosolido. Dopo Villari ci furono altri personaggi che cercarono di analizzare la realtà del Sud, come Franchetti, Sonnino, Fortunato. Come già fatto in altri momenti della propria storia, la casa di Borbone non esita a prendere contatti con criminali perseguiti in anni precedenti dalla sua stessa giustizia per tentare di recuperare i propri domini; a essi si aggiungono volontari legittimisti (non solo napoletani ma anche francesi e spagnoli) e qualche repubblicano o democratico rimasto deluso dalle modalità dell’annessione “italiana” e che spera di dare un’altra opportunità alla rivoluzione riprendendo le armi. Carattere essenziale della sua indagine è il forte realismo di stampo positivistico, attento a considerare soprattutto l’ambiente naturale e quindi la terra: la particolare composizione del suolo, l’influenza del clima, la configurazione topografica, la collocazione geografica, ect. Il modello economico in uso al Sud era quello del latifondo cerealicolo-pastorale e le condizioni della classe contadina erano molto misere. La Questione meridionale di Gramsci oggi . Dalla frammentazione è sorta una nuova classe, quella della borghesia terriera, che ha, di fatto, continuato ad agire come i vecchi signori feudali invece di intraprendere la via capitalistica. Questo fa sì che l’esercito regio subisca un numero considerevole di perdite e che il nervosismo degli alti comandi si traduca quindi in una politica di ritorsioni che, molto spesso, non fa differenza tra briganti e semplici contadini, donne o minori. 1 I fatti di Bronte vengono rievocati anche nella novella Libertà dello scrittore verista Giovanni Verga. questione meridionale Università ... Storia 17 - riassunto Esempio/prova d'esame 13 Luglio 2014, domande+risposte Esempio/prova d'esame 5 Maggio 2015, domande+risposte Dispensa pedagogia generale Butera- Il cambiamento organizzativo Eserciziario statistica economica. La storia del brigantaggio e la “questione meridionale”: riassunto completo sul fenomeno del brigantaggio postunitario e le sue cause. Lo sviluppo industriale cominciato negli anni ’50 e proseguito, con ritmi sempre più intensi, nei due decenni successivi, cambiò in maniera profonda i connotati del Sud, che da area prevalentemente agricola divenne sede di numerosi impianti industriali. La questione meridionale fu uno dei problemi principali dell'Unità d'Italia,infatti già prima dell'unità era già presente un enorme divario economico fra nord e sud.Il nord era ricco,basava la sua economia sulle industrie e aveva un tasso di analfabetismo molto basso,il sud invece era molto arretrato,aveva un tasso di analfabetismo del 90%,non vi era borghesia,l'economia era ancora agraria,basata sul latifondo e infine non erano presenti infrastrutture(strade,ferrovie,acquedotti,scuole e… Gli appunti dalle medie, alle superiori e l'università sul motore di ricerca appunti di Skuola.net. Definizione e storia della questione meridionale. Lo sviluppo capitalistico non toccò il Sud e si ebbero riforme nelle politiche doganali (abbattimento dei dazi doganali fino all’80%) che finirono per dare il colpo di grazia alla poche industrie presenti al Sud, le quali si videro disarmati di fronte alla concorrenza dei prodotti esteri; inoltre l’unificazione del debito pubblico finì per ripartire gli oneri delle guerre piemontesi e gli oneri relativi alla costruzione di reti ferroviarie ed altre vie di comunicazione (allo scopo di unificare il mercato nazionale) tra tutte le regioni d’Italia. La dinastia di Borbone, pur annientata militarmente, conserva nell’ex regno moltissimi seguaci e, dall’esilio di Roma, Francesco II e Maria Sofia finanziano e organizzano una guerra per bande che, come nel 1799 con l’Armata della Santa Fede di Fabrizio Ruffo, avrebbe dovuto restituire loro il trono. I briganti si rifugiavano sulle montagne ed erano protetti e nascosti dai contadini poveri; ma ricevettero aiuto anche dal clero e dagli … Fortemente legato alle tradizioni risorgimentali e unitario fino in fondo Giustino Fortunato fu spinto dalla lettura delle analisi di Villari a collaborare alla “Rassegna Settimanale” con una serie di corrispondenze dal Sud. L’incontro di Teano e la cessione senza contropartite politiche dei territori conquistati a Vittorio Emanuele II, poi, deludono profondamente molti repubblicani e mazziniani che ora vedono il nuovo Stato come un’entità ostile e tirannica. Dall’inchiesta siciliana vengono in piena luce i caratteri fondamentali dell’ordinamento fondiario, i particolari rapporti di classe che vedono la società ancora sostanzialmente dominata dalla grande proprietà latifondista di origine feudale che mantiene i tradizionali rapporti di produzione, rendendo difficile qualsiasi processo di trasformazione dell’agricoltura in senso moderno. Anteprima del testo Questione meridionale: le cause della situazione di arretratezza economica-sociale del Sud Italia nel periodo postunitario e le politiche di sviluppo, |Back to school|Tema sul coronavirus|Temi svolti| Riassunti dei libri| Bonus 500 € 18enni. Così nella grande crisi del 1907 le rimesse degli emigrati costituirono la base monetaria essenziale con cui il sistema finanziario italiano risolse le pesanti difficoltà e incrementò l'ulteriore espansione dell'apparato industriale settentrionale. QUESTIONE MERIDIONALE 1. La guerra, arrestando la favorevole congiuntura internazionale, interromperà questo pur lento processo di ammodernamento della società siciliana, ponendo nuovamente in risalto la fragilità e la contraddittorietà della struttura economica isolana. In seguito la guerra, il crollo del fascismo e la caduta della monarchia seguiranno, per il Mezzogiorno, la crisi definitiva del blocco agrario, del blocco sociale e dei rapporti di potere garanti del controllo del Sud per l'intero arco del regime unitario. Praticamente tutte le province del regno (ed in particolare Calabria, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata) diventano lo scenario di una guerriglia sanguinosissima che vede contrapposto l’esercito regio (composto principalmente bersaglieri e guardie civiche) a bande di irregolari. ••• ARGOMENTO DI OGGI •••Ed ecco il primo di una serie di video che cercherà di sviscerare #laquestionemeridionale . 16/17 Per quel che riguarda le altre vie di comunicazione erano pressoché inesistenti, fatta eccezione solo per i tratturi che consentivano il passaggio dei greggi di pecore dalle Puglie agli Abruzzi. Le origini di questo squilibrio sono lontane e ne possiamo qualcuna: 1. la mancanza di un periodo comunale nel sud; 3 Il termine “draconiano”, indicante un provvedimento di legge particolarmente spietato e severe e non commisurato alla gravità del crimine, rimanda al legislatore ateniese Dracone, che nel VII secolo a.C. mise per primo per iscritto il codice penale. Franchetti e Sonnino nel 1876 diedero vita ad una fase più avanzata nell’analisi della realtà economica e sociale del Mezzogiorno con l’Inchiesta in Sicilia. Quelli immediatamente successivi all’Unità sono probabilmente gli anni più difficili per il Meridione, che vive una crisi comparabile solo a quella dell’ultimo anno del XVIII secolo e l’enorme conflitto che si scatena, costando al solo esercito italiano più perdite di tutte le guerre del Risorgimento messe insieme, è frutto del convergere di vari fattori. L’impresa dei Mille, inoltre, perde ben presto gran parte della sua portata rivoluzionaria: già in Sicilia le promesse di Garibaldi sulla divisione dei latifondi tra i contadini si rivelano illusorie e, come nel ben noto episodio di Bronte 1, le occupazioni contadine si concludono con una sanguinaria repressione attuata dalle stesse truppe in camicia rossa. I maggiori avversari sarebbero stati la Confindustria e gli ambienti industriali del Nord, decisamente schierati su posizioni liberiste e polemici contro ogni ipotesi di creare al Sud doppioni di industrie settentrionali.La decisione più rilevante dei governi centristi a direzione democratica fu l'istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, con la legge del 10 agosto 1950. Il blocco all’esportazione del vino, per la “guerra doganale” con la Francia, ed in genere delle colture pregiate, specie prodotti ortofrutticoli, seguito dalla crisi dell’olivicoltura apriva un periodo di grandi difficoltà per tutto il settore più moderno dell’agricoltura meridionale. La questione meridionale è stata sempre l’altra faccia della storia unitaria e, negli ultimi decenni, della storia repubblicana. La tutela dei diritti dei lavoratoti, la libertà di sciopero non era garantita dai governi liberali nei confini del Sud perché qui vigeva la legge del dominio repressivo assicurato dalla proprietà terriera. Le trasformazioni strutturali avviate negli anni ‘80, con la riduzione del ruolo centrale e finora predominante dell’agricoltura e con la crescita di un settore industriale moderno, segneranno profondamente e positivamente i caratteri della società italiana grazie all’introduzione del protezionismo e dal ruolo propulsivo svolto dalle grandi “banche d’investimento”. Unico meridionalista protezionista egli espresse posizioni molto avanzate sul ruolo dello Stato e della spesa pubblica ai fini dell’accelerazione di un processo di sviluppo fondato sull’espansione industriale. È a partire dal 1860, infatti, che si studia la questione meridionale, per dare una spiegazione ai fenomeni, alle scelte politiche e agli elementi che hanno profondamente segnato la storia del Sud d’Italia arrestandone lo sviluppo. La questione meridionale L’espressione «questione meridionale» indica l’insieme dei problemi posti dall’esistenza nel Mezzogiorno d’Italia dal 1861 sino a oggi di un più basso livello di sviluppo economico, di un diverso e più arretrato sistema di relazioni sociali, di un più debole svolgimento di molti e importanti aspetti della vita civile rispetto alle regioni centrosettentrionali. Visti tali presupposti in connessione con la crescente richiesta di forza-lavoro proveniente dal mercato internazionale, si mise in moto un processo di esodo in massa che assunse dimensioni bibliche. Un forte impulso alla modernizzazione della struttura e dei valori sociali viene in questi anni dall’organizzazione e dalle lotte del movimento operaio. Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. I primi studi storiografici, gli interventi dello Stato, la Cassa per il Mezzogiorno e l'industrializzazione del Sud… Continua, Storia dei normanni nell'Italia meridionale, caratteristiche e cronologia del regno in Puglia e in Sicilia, Roberto il Guiscardo e Ruggero d'Altavilla protagonisti delle conquiste… Continua, Questione meridionale: tesina per la maturità sull'analisi delle cause del divario economico-sociale tra nord e sud Italia dopo l'unificazione italiana… Continua, Guerra fredda: riassunto della contrapposizione tra Stati Uniti d'America e Unione Sovietica e dei nuovi equilibri che si crearono nel secondo dopoguerra… Continua, Il fenomeno del brigantaggio: tesina di storia… Continua, La questione meridionale: definizione e storia, Normanni nell'Italia meridionale: cronologia e storia, Il dibattito sulla questione meridionale: tesina, La Guerra fredda: riassunto della contrapposizione che divise il mondo in due. Esamina le cause e l’evoluzione del problema. La guerra quindi alimenta un flusso ininterrotto di trasferimento della ricchezza del Paese sulla direttrice Sud-Nord, attraverso l'utilizzazione del risparmio accumulato al Sud per finanziare le grandi industrie pesanti (in quel periodo molto produttive per la richiesta massiccia di armi per la guerra) del Nord. N. 36 - Dicembre 2010 (LXVII). Con l'aprirsi del nuovo secolo anche la Sicilia mostra una rinnovata capacità d'espansione economica in rapporto con le crescenti richieste di colture pregiate provenienti dal mercato internazionale. La forma dura delle lotte agrarie pugliese era la naturale risposta al pesante dominio esercitato dalla gretta classe degli agrari pugliesi con il diretto sostegno dell’esercito, dislocato con forti contingenti nelle zone calde per garantire un controllo sociale che non si era in grado di garantire altrimenti. Il brigantaggio era localizzato in Calabria, Puglia, Campania e Basilicata dove bande armate di briganti iniziarono vere e proprie azioni di guerriglia nei confronti delle proprietà dei nuovi ricchi. L'occupazione resta il problema più grave del Mezzogiorno che, per la sua debole struttura economica, rimane esposto a tutte le ricorrenti crisi dell'economia nazionale ed internazionale. Questo mix di jacquerie contadina 2, mentalità coloniale e questione sociale rendono la guerra al brigantaggio estremamente sanguinosa, con un pesante bilancio di vittime civili tanto da parte “borbonica” che da parte unitaria. Pedagogia- Civile-E- Questione- Meridionale-riassunto sintetico ma esaustivo. Tra parziali vittorie e gravi sconfitte il movimento operaio campano conoscerà, nel primo quindicennio del secolo, un forte sviluppo. Per contro il Meridione era ancora ancorato al sistema feudale, che di fatto era stato abolito nell’800, i poteri giurisdizionali dell’aristocrazia eliminati e le terre feudali frammentate e vendute. Il nuovo Regno d’Italia appare dunque spaccato in due: mentre le regioni settentrionali si avviano verso lo sviluppo di un moderno apparato di produzione capitalista, le regioni del sud vedono addirittura momentaneamente peggiorare le loro condizioni di vita. Già durante la battaglia del Volturno (svoltasi tra il settembre e l’ottobre del 1860) alcuni nobili della Terra di Lavoro, rimasti fedeli alla casa di Borbone, avevano armato e organizzato alcune bande irregolari di contadini che avevano combattuto contro Garibaldi al fianco dell’esercito siciliano. Ma da almeno un ventennio si assiste alla progressiva scomparsa della parola “sud” dalle agende dei governi. Nell’agosto 1863, su proposta del deputato abruzzese Giuseppe Pica, il governo Minghetti vara una legge anti-brigantaggio che costituisce una deroga alle garanzie riconosciute a ogni cittadino in materia di eguaglianza dei diritti: la legge istituisce una serie di “punizioni collettive” per reati individuali, per cui sono colpiti i parenti o addirittura i semplici concittadini di briganti e renitenti alla leva, mentre per i villaggi viene ufficializzato il diritto di rappresaglia.